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Le suggestive grotte di Capo Palinuro, che oggi si specchiano in un mare cristallino, circa 130.000 anni fa (fase glaciale Riss) erano circondate da un paesaggio completamente diverso.

Il mare che era arretrato per centinaia di metri dall'attuale linea di costa aveva lasciato spazio a fitti boschi chiazzati di ampie radure; la fauna era prevalentemente costituita da stambecchi, daini, cervi, cavalli, orsi e leoni delle caverne, mentre le grotte erano riparo dell'Homo erectus.

La lunga e straordinaria stagione preistorica di questo sito è osservabile nelle dune fossili dei dintorni della Molpa, dove si ritrovano resti d'industrie levalloiso- musteriane, pontiniana e del Paleolitico superiore (si vedano, ad esempio, le ricerche di A.C. Blanc).

Tra Palinuro e Marina di Camerota sono state esplorate oltre 60 grotte, tra cui la Grotta Visco e la Grotta delle Ciavole, accessibile solo dal mare con resti di fauna; e soprattutto, vista l’importanza dei ritrovamenti fossili, la Grotta delle Ossa, dove si possono osservare i resti di un tale zoo, levigati dalle onde del mare e sedimentati tra le rocce.

Visitare questi siti dalla “prospettiva del mare” consente di poter avere un punto di vista d’insieme su come potevano apparire questi luoghi migliaia di anni fa, con la loro natura selvaggia, gli strapiombi, le grotte e le insenature che offrivano riparo all’uomo primitivo.

I siti preistorici di Marina di Camerota sono testimonianza importante sia per la densità degli abitati che per l'ampio arco cronologico che essi coprono. Si può infatti stabilire una successione temporale che, salvo poche interruzioni, conduce da circa 500.000 anni fa fino alle soglie della storia.

Sono abbondanti soprattutto i reperti del periodo Paleolitico, quando l'uomo, ancora nello stadio culturale della caccia e della raccolta, ha incontrato nel Cilento un ambiente favorevole per clima, ricco di selvaggina e di ricoveri naturali come ripari e caverne.

Le tracce più antiche della presenza umana si ritrovano presso Marina di Camerota, nella baia di Cala Bianca, dove sono stati raccolti strumenti di pietra la cui età stimata sfiora il mezzo milione di anni. Poco più recenti, ma sempre relativi al Paleolitico inferiore, sono i reperti di Cala d'Arconte e Capo Grosso, che comprendono splendidi strumenti bifacciali in pietra silicea.

Una maggiore diffusione di insediamento si ha nel Paleolitico medio, in un intervallo di tempo che va da circa 100 mila a 25 mila anni dal presente, quando l'incalzare di un periodo glaciale spinse l'uomo a ripararsi nelle caverne. Per questo molte delle grotte naturali della costa camerotana racchiudono resti di attività umane del periodo Musteriano: si tratta di strumenti ottenuti da schegge di pietra, ossa degli animali cacciati, nonché strati di cenere e carboni residui degli antichi focolari.

Protagonista dello stanziamento musteriano è l'uomo di Neanderthal, del quale possediamo un importante resto fossile scoperto nel Riparo del Poggio in località Lentiscelle. L'avvento del Paleolitico superiore (da 25 mila a 10 mila anni dal presente) e dell'Homo Sapiens è ben documentato alla grotta della Cala dalla quale provengono, in regolare successione stratigrafica, reperti del periodo Aurignaziano (30 mila anni), del Gravettiano (27 mila anni) e dell' Epigravettiano (dai 16 mila ai 10 mila anni). Questa serie stratigrafica trova estensione e completamento nella vicina grotta della Serratura, dove ai livelli dell'Epigravettiano finale si sovrappongono strati dei Mesolitico (8-9 mila anni) e del Neolitico (6 mila anni circa dal presente).

La scoperta del Neolitico, avvenuta in questi ultimi anni, è di grande interesse poiché finora non vi era testimonianza di questo periodo nell'area in esame. I manufatti cominciano a comprendere, oltre ad altri strumenti in pietra, la ceramica; è il sintomo di uno straordinario cambiamento antropologico: l'uomo ha oltrepassato la sua fase culturale di cacciatore ed è divenuto agricoltore ed allevatore.

Il periodo più recente della preistoria cilentana è rappresentato dagli strati dell'età del Bronzo (circa 3.700 anni da oggi), presenti in più siti, ma soprattutto nella grotta del Noglio. I frammenti di ceramica costituiscono la maggior parte dei reperti e si associano a sicure tracce di attività legate alla pesca.