Dal Medioevo al XV secolo: 1) Teggiano.
Teggiano è un borgo medioevale che ben ha conservato la fisionomia di roccaforte, e l’aspetto di oppidum romano, visibile ancora oggi dalla conservazione in pianta del Cardo e del Decumano rinnovato in epoca normanna e in età federiciana.
La collina su cui sorge oggi l'abitato, come le altre del Vallo, risulta frequentata a partire almeno dalla prima età del ferro (IX secolo a.C.) e, quasi senza soluzione di continuità, i reperti indicano la presenza di una popolazione sannita che ne occupò la sommità costruendovi una fortificazione megalitica, i cui resti appaiono inglobati alla base del castello.
L'alto livello di cultura raggiunto nel VI-V sec. a.C., è testimoniato dalla presenza di ceramica sia di fabbricazione locale che di provenienza dalla Puglia e dalle città greche della costa ionica. Resti di muri in poligonali, di età preromana, sono emersi nei pressi del castello; un pezzo di colonna con capitello figurato che richiama il tempio italico di Paestum, è murato presso la cattedrale; come altre testimonianza e iscrizioni che attestano la presenza romana almeno dalla fine del III sec. a.C. a tutto il IV d.C.. Di quest'epoca è l'interessante lastra di pietra, conservata nel Museo diocesano, su cui compare inciso per la prima volta il nome di Tegiana.
L'abitato antico probabilmente rimase distrutto nei tremendi scontri condotti dal re goto Totila nel 542 contro l'avanzare delle truppe del generale bizantino Belisario durante la sanguinosa guerra gotico - bizantina (535-553). Anche l'intera zona sottostante, divenuta quasi del tutto malsana, andò desertificandosi rapidamente.
Il colle tornò ad essere abitato solo alcuni secoli più tardi ed accolse l'insediamento di una piccola comunità di monaci greco - bizantini, attestata per la prima volta nei documenti nel 917 coi termini di civitas dianensis, retta dal prete-notaio Nardo, stretta attorno alle chiese di San Quirico e di San Biagio e protetta da una torre.
Nel 1261 (l'abitato era ormai conosciuto col toponimo di Diano), mentre si effettuavano gli scavi per la costruzione di una nuova chiesa intitolata alla Madonna, fu rinvenuto il corpo di san Cono, nativo del luogo (1100 + 2 giugno 1121) e morto giovanissimo mentre era ancora novizio nel vicino monastero di Cadossa.
È questa l'epoca nella quale i Sanseverino cominciano la loro espansione feudale ed economica nella valle (dalla città-fortezza prenderà il nome che conserva tutt'oggi, Vallo di Diano), e che li porterà a delineare quell'ambizioso progetto di bonifica che avrà il suo massimo sviluppo con la fondazione della Certosa di Padula.
Feudatari attenti e decisi, guardarono alla costruzione di chiese, santuari e conventi come ad un investimento sicuro e nei loro pressi o sulle vie che ad essi conducevano, attivarono o acquistarono vecchi mercati: nel 1332, ad esempio acquistarono la fiera dell'Assunta di Diano, completando in tal modo il loro reale controllo economico della città, che essi munirono con una turrita cerchia di mura ed edificando il castello riutilizzando le vecchie fortificazioni.
La loro lungimiranza li porterà a raggiungere una ricchezza tale da essere ostacolati dallo stesso re di Napoli, fino all'aperto scontro che si consumò proprio a Diano negli ultimi mesi del 1497, data che segna l'inizio della decadenza di questa famiglia, definitivamente tramontata cinquant'anni dopo.
Lì infatti Antonello Sanseverino, Principe di Salerno e signore dello Stato di Diano, insieme a molti altri feudatari della zona, ordì la Congiura dei Baroni, una sorta di sommossa fiscale contro il re di Napoli Federico d'Aragona e conclusa nel 1487 con l'accordo fra le parti.
Nei secoli successivi fu ambito feudo per le formidabili fortificazioni e per la feracità del terreno sottostante; subì perciò pochi passaggi e rimase Universitas autonoma fino all'eversione della feudalità, quando divenne capoluogo di Comune.
Riprese l'antico nome di Teggiano nel 1862. In questo stesso anno è registrato il suo massimo sviluppo demografico con 7018 abitanti: da allora, a causa dell'emigrazione, prima, poi del graduale trasferirsi degli abitanti verso la piana, cominciò il lento declino che lo ha portato alla bassa consistenza demografica di oggi.
A Teggiano è possibile visitare molti importanti siti artistici, come la Chiesa - Convento di San Francesco (XIV sec.), Il Castello dei Principi Sanseverino (di epoca normanna, è fra i più importanti dell’Italia meridionale), la Chiesa di Sant'Antuono (precedente al XI sec.), la Chiesa - Convento della SS. Pietà (XIV sec.), la Chiesa di San Martino (di epoca rinascimentale), la Chiesa di S. Pietro (trecentesca), la Chiesa - Convento di Sant'Agostino (XIV sec.), la Chiesa di San Michele Arcangelo (tra le più antiche di Teggiano), la Chiesa della SS. Annunziata (chiesa angioina eretta nel XIV sec.), la Cattedrale di Santa Maria Maggiore (del 1200 circa).